I nostri uffici di progettazione con sede in Inghilterra, si sono impegnati ad analizzare e testare le lampade dei nostri competitors al fine di raccogliere tutte le informazioni necessarie alla realizzazione di lampade affidabili, durevoli nel tempo e altamente performanti.
Il primo problema da fronteggiare quando si coltiva indoor utilizzando i VECCHI pannelli a LED, è quello relativo alla bassa resistenza al calore dei diodi (led) cinesi di bassa qualità e non resistenti alle alte temperature.
Diodi americani di alta qualita:
grazie alla cooperazione che da anni portiamo avanti con diversi laboratori di ricerca con sede in California, ci è stato possibile studiare e testare sul campo i migliori diodi presenti sul mercato: i più adatti allo scopo di sono rivelati essere i diodi di produzione americana “Bridgelux”, chip di alta qualità e resistenti a temperature molto elevate, fino a 150°C.
Dissipazione di calore:
oltre all’utilizzo di componenti di qualità superiore, abbiamo riprogettato l’intero sistema di raffreddamento dei pannelli – sistema di raffreddamento radiale – al fine di evitare ogni possibile problema di overheating: il comune dissipatore di calore in semplice alluminio si è infatti rivelato insufficiente per condurre efficacemente il calore generato dalla lampada ed è stato sostituito da speciali dissipatori di nostra progettazione realizzati in rame, notoriamente uno dei materiali più efficaci nella la conduzione del calore.
Più potenza in meno spazio:
anche la struttura interna del pannello è stata rivista ed ottimizzata: grazie a speciali accorgimenti, ci è stato possibile creare spot contenenti 25 diodi l’uno per realizzare pannelli più potenti e di dimensioni notevolmente ridotte: minore ingombro si rivela essere un vantaggio per i rivenditori, che vedono ridursi le spese dovute al trasporto, e per gli utenti finali, che possono utilizzare i nostri pannelli anche in ambienti di piccole e piccolissime dimensioni.
Spettro luminoso:
la scelta delle bande di colore merita una menzione speciale: per essere certi di optare per la migliore combinazione di colori possibile, abbiamo collaborato con botanici di diverse Università e centri di ricerca.
La fotosintesi clorofilliana è quel processo mediante il quale la pianta produce energia a partire da anidride carbonica e acqua, coadiuvata dalla luce solare: data l’ovvia impossibilità di imitare la luce del sole, abbiamo deciso di estrapolare i picchi di massimo assorbimento della luce da parte della pianta, basandoci sugli esperimenti effettuati dai laboratori di ricerca che cooperano con noi.
Un volta individuati tali picchi, abbiamo scelto i diodi corrispondenti a quelle particolari onde luminose e li abbiamo miscelati tra di loro per ottenere la combinazione più efficace e adatta alle fasi di crescita e fioritura delle piante.
5+1 band spectrum:
per ogni spot troverete quindi il seguente numero di diodi:
669nm : 12pcs
639nm : 6pcs
615nm : 2pcs
469nm : 2pcs
439nm : 2pcs
+
740nm : 1pcs (al centro di ogni modulo)
Nella giusta proporzione, l’uso del far-red (740 nm) serve a stimolare e a promuovere la fotosintesi: si tratta di una lunghezza d’onda al limite delle spettro visibile all’occhio umano, per questo motivo il diodo al centro di ogni modulo potrebbe apparire meno luminoso degli altri.
In realtà, però, le piante sono dotate di fitocromi sensibili al far-red, che utilizzano per la fotosintesi.
Lente ottica:
le lenti ottiche associate ad ogni chip hanno la proprietà di far divergere la luce emessa dal diodo per coprire una maggiore porzione di spazio: quando però la lente ottica amplia eccessivamente il fascio luminoso si corre il rischio di subire un’eccessiva dispersione di luce e di avere quindi una lampada meno efficace.
Sostituire le classiche lenti ottiche a 120° con le nuove lenti a 90° permette di concentrare il fascio luminoso su una superficie di dimensioni inferiori per aumentare di conseguenza la produzione finale della pianta.